Matteo Mezzadri 7 luglio 2012 intervento sulla barca nel bosco


Théodore Géricault (1791-1824), Zattera della Medusa, 1818-19


La zattera della Medusa, il celebre quadro dipinto da Théodore Gericault nel 1819, prende spunto da un fatto di cronaca che suscitò una grande indignazione internazionale: il naufragio nella nave ammiraglia Medusa e la morte di buona parte del suo equipaggio. Il disastro fu causato dalla totale incompetenza del capitano Hugues Duroy de Chaumareys, nominato dal restaurato regime monarchico nonostante non navigasse più da vent’anni. Il 5 luglio 1816 la Medusa si incagliò al largo della costa dell’attuale Mauritania. Dopo svariati tentativi di liberarla, la nave venne abbandonata. Delle oltre 400 persone di equipaggio, 250 vennero imbarcate su sei scialuppe di salvataggio, per i restanti 147 venne costruita una zattera lunga 20 metri e larga sette. Dopo quindici giorni alla deriva, la zattera venne avvistata da un vascello, a bordo erano rimasti solo 15 superstiti. In quelle due settimane accaddero le cose più atroci: panico, follia, fame e sete, assassini, cannibalismo.

Alcuni anni dopo, lo storico Jules Michelet, scriverà  che il vero soggetto del dipinto di Gericault «era la Francia stessa, la nostra intera società». A causa del fallimento degli ideali rivoluzionari e della restaurazione del vecchio regime, lo stato d’animo dei francesi in quegli anni era soprattutto di sconforto e di delusione. Il senso di disagio e di deriva finì per rispecchiarsi direttamente nel quadro di Gericault e la zattera della Medusa divenne la metafora di un naufragio che, simbolicamente, vedeva coinvolta tutta la nazione.